Quanti fantasmi ci saranno intorno al tuo letto?



Nasciamo per morire, tutto quello che facciamo nel mentre è solo per non avere rimpianti nell'ultimo tramonto della nostra esistenza

Il titolo di questo articolo prende le mosse da un discorso di Les Brown, oratore motivazionale di spicco, citato da Denzel Washinton in un discorso durante la cerimonia dei diplomi, che parla di morte, fantasmi e rimpianti e recita così: "Immagina di essere sul tuo letto di morte, e in piedi intorno al tuo letto di morte ci sono i fantasmi che rappresentano il tuo potenziale inespresso, il fantasma delle idee su cui non hai mai agito, il fantasma dei talenti che non hai usato, e sono in piedi intorno al tuo letto arrabbiati, delusi e sconvolti, dicono: "noi siamo venuti da te perché tu avresti potuto riportarci in vita e ora dobbiamo andare insieme alla tomba". Alla fine l'attore provocatoriamente chiede: "Quanti fantasmi ci saranno intorno al tuo letto quando arriverà il tuo momento?"
E' una domanda forte, potente. Tutti con percorsi differenti ci dirigiamo allo stesso destino e la differenza la fanno solo i rimpianti, i fantasmi delle cose che avremo voluto realizzare e per paura non l'abbiamo fatto. Per paura abbiamo aspettato che giungesse il nostro tempo con i piedi bloccati in una melma informe.
Quel giorno, che non ci è dato sapere quando giungerà, loro saranno lì, intorno al nostro letto arrabbiati, delusi e sconvolti. Ci chiederanno perché abbiamo preferito mettere radici in un terreno impervio piuttosto che avvalerci delle nostre gambe di uomo e peregrinare? Perché l'abbiamo fatto?

Oggi in terapia ho affrontato proprio questo tema: a trent'anni mi sento come nelle sabbie mobili, che vado giù lentamente e non riesco a muovermi da tutto ciò che non mi fa stare bene, soprattutto il mio lavoro. Non riesco a lasciare il porto sicuro per avventurarmi nei mari dell'esistenza. 
La paura del nuovo mi sconvolge, ma mi sconvolge ancora di più la paura di non essere padrona del mio tempo e non riesco a trovare un compromesso tra queste due paure enormi. 
Sono cresciuta in un contesto familiare iperprotettivo che ha portato a due grandi conseguenze nella mia psiche: la paura di affrontare il nuovo perché sconosciuto e spaventoso e l'idea di non essere abbastanza brava per potermela cavare in quanto sempre protetta da altri.

A trent'anni però si deve trovare la forza di prendere in mano le redini della propria vita e virare nella direzione che più rispecchia noi stessi in modo da riappropriarci del nostro tempo, perché in un attimo potrebbe essere troppo tardi, in un attimo potremmo ritrovarci sul letto di morte circondati da tutti i fantasmi dei talenti che non abbiamo coltivato per paura e allora il rimorso sarebbe atroce, spettrale oserei dire.

Abbiate il coraggio di vivere al 100% senza il freno a mano tirato, di dare il giusto tempo alle persone e alle cose che contano davvero e di allontanarvi da quelle che vi sottraggono tempo inutilmente perché in quell'ultimo fatale tramonto sarà solo questo che conterà davvero. 

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