Il mondo è un posto spaventoso?
Quello che sto vivendo entrando nell'età adulta è un compendio di emozioni dalla gioia alla paura. Ma si può trovare un equilibrio?
The world is a scary place. Questa frase mi è rimasta impressa da una puntata di Desperate Housewife e riassume perfettamente il modo in cui sono stata cresciuta. Avvolta nella coperta di linus che la mia famiglia d'origine ha creato per me ho passato buona parte della mia vita a osservare il mondo dalla mia finestra, senza avvicinarmi troppo perché "il mondo è un posto pericoloso piccola mia" . E poi chi vorrebbe mai uscire lì fuori, un posto davvero spaventoso, quando lo si può guardare tranquillamente da lontano avvolti in una soffice e calda coperta di linus?!
C'è stata poi l'adolescenza, la scuola, gli amici e le serate in paese ma nulla mi avrebbe preparato abbastanza a ciò che sarebbe successo poi.
Giunta in città con grandi speranze sul mio futuro e sulle novità che l'esperienza del trasferirsi in un posto lontano da casa, più grande e più stimolante mi avrebbe riservato sono stata costretta a confrontarmi da subito con il mostro orribile e spaventoso che è il mondo degli adulti.
Cat calling, molestie, lavori sottopagati, zero tutele e senza il rispetto delle norme di sicurezza, persone prive di quel senso genuino di onesta che appartiene alle persone di campagna, esseri abietti, criminali, le amicizie con l'unico fine di ottenere un vantaggio personale, una pandemia globale, la guerra, la crisi economica, le malattie che arrivano, il senso di impotenza, le persone che non ci sono più.
Il mio fanciullino interiore ha passato gli ultimi anni della sua vita tremante, cercando di stringere a sé il più possibile la sua copertina di linus. Ma il mondo spaventoso degli adulti non scompare.
Vista questa parte orribile del mondo una parte di me è spinta a richiudersi in quella copertina di linus ormai troppo piccola per avvolgermi e proteggermi.
Come Giano bifronte però ogni realtà, ogni situazione reale ha sempre un doppio risvolto e in questo caso si tratta dell'indipendenza.
Il prezzo da pagare per questa indipendenza sono ansia e attacchi di panico. Il mese scorso ho avuto un crollo con una settimana di attacchi di panico, il motivo? Un viaggio di lavoro in Cina...4 stupidissimi giorni per andare nella terra del Gran Khan e tornare indietro. Appena appresa la proposta ero al settimo cielo, mi sentivo super elettrizzata, ma poi man mano i dubbi hanno preso il sopravvento, quella vocina nella mia testa ha iniziato a scorrere come un fiume carsico e a tracciare la sua direzione, a dirmi che il mondo è un posto pericoloso! E come può una ragazzina ingenua e inesperta come me andare dall'altra parte del mondo? E alla fine non sono andata. Me ne pento? Non so, sarebbe stata una grande opportunità, una di quelle cose che sembrano una figata pazzesca raccontate da fuori, di cui vantarsi al tavolo con gli amici. Ma io non ce l'ho fatta e per giustificare questa mancanza di forze ho usato inconsciamente gli attacchi di panico. è stato terribile. Ho fatto del male a me stessa per colpa di una vocina che sta nascosta da qualche parte nei meandri dei miei ricordi e mi impedisce di vivere la mia vita da adulta perché io le do il potere che le serve per continuare a proliferare.
Non guido per lo stesso motivo e adesso che il mio compagno non può guidare la cosa mi pesa e non poco, dovrei trovare da qualche parte in me stessa la forza di ribellarmi a questa voce ma quando ci penso le forze mi mancano e arriva l'ansia e gli attacchi di panico a giustificare la mancanza di forza.
Il mondo della mia infanzia si sta dissolvendo man mano, però i traumi e le voci lontane non vanno via. Sopravvivono al tempo che passa.
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