Re Giorgio III un millennials come noi
Le insicurezze, l'ansia e la costante sensazione di non essere abbastanza: sono questi i mali che sembrano affliggere Re Giorgio III protagonista dello spin off La Regina Carlotta: una storia di Bridgerton. Costantemente sotto i riflettori dal momento in cui emette il suo primo vagito, la vita del Re è un affare di Stato, lui vive per la grandezza o la miseria di una grande nazione da sempre e da sempre la sua vita piena di obblighi e di doveri è inghiottita nel buio della sua follia.
Ma guardando la serie quella di Re Giorgio non sembra affatto una follia legata a una qualche condizione clinica. A nevrotizzare il suo io, nessuna infiammazione dei nervi o delle membrane celebrali ma una vera e propria ansia paralizzante. Ansia che conosciamo bene noi Millennials e a mio avviso questo Re Giorgio di Bridgerton è un po' uno di noi. La paura di fallire nel suo lavor... pardon ruolo è più grande di lui, l'ansia di non essere abbastanza per la donna che ama è più grande di lui. Tutte queste ansie, paure, insicurezze prendono vita nella mente del Re e gli impediscono di agire, allontana la donna amata, si rifugia nei campi fuggendo dalle sue responsabilità di Re e diventa contadino Giorgio.
Nell'oscurità della sua condizione, di un ansia che paralizza e impedisce ogni azione, Giorgio fatica a trovare la sua strada. Prova e fallisce, non si sente mai all'altezza sua Altezza reale (imbarazzante gioco di parole). Vorrebbe mollare tutto e scappare ma non può perché la morale e il dovere verso il suo popolo risiede in lui ed è una lama conficcata nelle vene. Non ha scampo Giorgio e qualsiasi piccolo ostacolo quotidiano (la scoperta dell'arrivo del suo primo figlio) lo getta nello sconforto.

Fino a che la Regina scopre il segreto che nasconde al regno e a se stesso da tutta una vita: la sua pazzia. A questo punto la Regina gli promette eterno amore e cure amorevoli e costanti, ma l'amore sappiatelo non guarisce, non basta devozione incondizionata, accudimento costante e presenza perché in queste nevrosi che affliggono i giovani d'oggi, l'amore di Carlotta è solo un piccolo passo verso la guarigione. Infatti il Re da lì a poco ripiomba nel baratro della follia e passerà in questa altalena di malattia e serenità il resto della sua vita.
Per sottrarsi al peso delle responsabilità che gli causano ansia il Re tenta di nascondersi anche nel suo osservatorio, perché la grandezza dell' Universo lo ridimensiona in un mondo che lo rende egoista, in un mondo in cui lui è il sovrano dell'impero coloniale più grande mai conosciuto. Infondo aveva ragione Zero Calcare nella fortunata serie Netflix Strappare lungo i bordi "passiamo la vita a cercare di controllare le cose, di controllare noi stessi e le emozioni che proviamo. Ma le cose brutte accadono comunque perché la vita scorre anche se proviamo a fermarla. Forse non siamo così potenti, così importanti. Forse siamo solo dei fili d'erba, ed è pazzesco come questo sia incredibilmente rasserenante".
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